Qui si deve supporre che fossero molti i lettori in grado di rilevare l’errore, eppure nulla fu ufficialmente intrapreso per emendare il testo.Concretamente, dunque, il fatto che uniche reazioni alla manifesta svista di Matteo siano state isolate iniziative di singoli copisti suggerisce che l,a comunità primitiva non disponeva di strumenti di supervisione e di controllo.che le consentissero di decidere le rettifiche e di imporle in tutta l’ecumene cristiana.del comune lettore della Bibbia fosse allora.Giuda fu presente all’istituzione dell’eucaristia?Un problema particolare riguardante Giuda è costituito dal fatto che, mentre Marco e Matteo fanno annunciare da Gesù, nel cenacolo, l’imminente tradimento,di descrivere l’istituzione dell’eucarestia, Luca vi accenna in modo subitaneo, mediante un’indicazione enigmatica del traditore, appena.aver riferito le parole della consacrazione del pane e del vino.L’impressione che ogni lettore ne ricava è che,nella versione lucana Giuda sia presente alla consacrazione., mentre in quella dei primi due sinottici si può pensare che egli abbia già abbandonato i compagni, in conformità a quanto ci lascia capire Giovanni, che non riferisce del rito eucaristico ma fa uscire Giuda prima che Gesù inizi a pronunciare i discorsi d’addio.Di qui un ulteriore motivo di scandalo, che induce l’esegesi a ritenere che la comunità primitiva avrebbe senz’altro desiderato uniformare il testo di Luca a quello di Marco e Matteo; sicché il fatto che non abbia ceduto a tale tentazione starebbe a dimostrare una volta di più che il suo rispetto per la verità testimoniata dai testi era sacro.Già. Comunque, c’è chi dice che Il ramo si ruppe e Giuda cadde nel dirupo, ma è un’evidente e ridicola forzatura. Detto questo, il problema diventa irreparabile se consideriamo anche San Paolo, che nella I Lettera ai Corinzi (15,4-5), ci informa che:“Cristo fu sepolto e resuscitato, il terzo giorno apparve a Cefa (Kefaz, san Pietro) e ai dodici apostoli”.Essendo “dodici” vuol dire che fra essi era presente anche Giuda “il traditore”, sempre vivo; inoltre, questo apostolo, all’evangelista Giovanni non risulta che si sia suicidato.Infine c’è da dire che, quest’ultima frase, viene giustificata dai cattolici dicendo che il dodicesimo apostolo a cui si riferisce Paolo è quello che è stato scelto al posto di Giuda, ovvero Mattia. Invece sembrano dimenticare immediatamente il problema, non fanno nulla per ottenere la risposta che scotta.E soprattutto è incredibile che non manifesti la minima reazione Pietro., di solito così pronto a stracciarsi le vesti ogni volta che si prospetta la fine dolorosa del Maestro; tanto più poi che l’iniziativa di chiedere a Gesù di rivelare il nome del traditore è partita proprio da lui.Come se non bastasse, a questo punto accade qualcosa che sfiora il grottesco. la morte di giuda "Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù. Ed ha anche ripetutamente messo in onda la registrazione di un’omelia pasquale di don Primo Mazzolari in cui si parla del “nostro povero fratello Giuda”, accomunato a noi dalla condizione di peccatore su cui si china la pietà del Dio infinitamente misericordioso.Al termine del nostro esame, la prima considerazione che s’impone è la seguente:la presentazione che gli evangelisti ci fanno delle vicende in cui viene implicato Giuda è contraria ai più elementari principi della verosimiglianza.1) non si riesce a capire quale sia il ruolo del personaggio nel cosiddetto tradimento,che appare assolutamente inutile nella dinamica degli eventi,è incomprensibile il comportamento degli apostoli.di fronte all’aperta denuncia, da parte di Gesù, della presenza di un traditore in mezzo a loro.A ciò vanno aggiunte le perplessità suscitate dalle,dell’iscariota, dalla scarsa chiarezza dei racconti evangelici circa gli accordi intercorsi tra l’apostolo e il sinedrio e dall’esiguità della cifra pattuita per il tradimento (per cui viene a mancare il.Stando così le cose, si comprende facilmente come intorno alla figura di Giuda siano fiorite congetture, tendenti a definire quei contorni che nei racconti evangelici rimangono evanescenti:il vuoto dei Vangeli è stato riempito dalla fantasia.La tesi più frequentemente proposta è quella di un Giuda illusosi che Gesù avrebbe guidato Israele alla riscossa contro l’occupante romano; la successiva delusione lo avrebbe indotto ad abbandonare il Maestro, sino a metterglisi contro.Una variante di questa tesi è quella che vede nel comportamento dell’apostolo un tentativo di portare Gesù a sentirsi minacciato nella sua stessa vita, nella speranza che in tal caso egli troncasse ogni tergiversazione facendo ricorso ai suoi poteri straordinari.Va poi ricordato il “Vangelo di Giuda”, oggi agli onori della cronaca, secondo il quale l’apostolo avrebbe agito di concerto col Maestro, in una prospettiva gnostica, allo scopo di liberarlo, mediante la morte, della prigione del corpo.In ogni caso, ci pare di aver dimostrato che.dato dagli evangelisti al tradimento di Giuda, e in particolare alle modalità della sua morte,smentisce radicalmente la tesi di una dolorosa ammissione dell’evento da parte della chiesa primitiva. L’autore, che unisce competenza e onestà intellettuale a una grande piacevolezza espositiva, raccoglie nel libro le analisi di tutte le testimonianze storiche che ci siano giunte sulla figura di Giuda, oltre a mostrare come la figura dell’Iscariota sia stata trattata in un particolare Vangelo gnostico a lui dedicato, il cosiddetto “Vangelo di Giuda”.Utilizziamo cookie tecnici per migliorare la tua esperienza sul nostro sito. In ogni caso, si trattava solo di.un decimo (o meno ancora, secondo il racconto di Marco) del valore stimato del vasetto di profumo impiegato nell’ “unzione di Betania”.Pare veramente una somma ridicola, sia dal punto di vista di chi la chiedeva per un incarico la cui importanza avrebbe dovuto, egli per primo, valorizzare al massimo, sia per coloro che la offrivano, per i quali in una circostanza del genere non era certo il caso di stare a tirare sul prezzo.Ma le sorprese non si fermano qui, perché questa somma ridicolmente esigua risulta poi essere,sufficiente niente meno che per l’acquisto di un terreno., adiacente alla città, da adibire alla “sepoltura degli stranieri”: terreno senza dubbio di una certa estensione, dato che, come ci informa Messori, ogni anno morivano a Gerusalemme numerosi “stranieri”, ossia “ebrei della Diaspora giunti ad adorare nella città santa”.

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